I consumatori, oggi più che mai, vengono martellati da una quantità smisurata di pubblicità! Messaggi promozionali provenienti da ogni dove, canali di comunicazione moltiplicati e call to action all’ordine del giorno: tutto questo incentiva gli utenti-consumatori a ignorare i contenuti promossi senza nemmeno attenzionare il messaggio. In questo scenario ha preso forma una nuova forma di pubblicità, il native advertising: sapete già di cosa si tratta?
Native advertising cos’è e cosa lo differenzia dalla pubblicità tradizionale?
Il “Native advertising” o “pubblicità nativa” è una forma di pubblicità digitale, contestuale, progressista e a pagamento. Nello specifico, si tratta di contenuti pubblicitari che si mimetizzano perfettamente con quelli della pagina in cui si trovano e vengono percepiti dagli utenti come parte di essa. Questo avviene grazie a due fattori che distinguono il native ad dalla classica pubblicità online:
- Posizionamento: gli annunci nativi possono essere collocati in qualsiasi parte della pagina e per essere fruibili richiedono un’azione esplicita da parte dell’utente (logiche pull) mentre gli annunci display si trovano in una posizione secondaria rispetto al contenuto editoriale e sono visibili indipendentemente dalla volontà dell’utente (logiche push).
- Design: i contenuti pubblicitari nativi hanno lo stesso identico aspetto e design di quelli della pagina che li ospita, motivo per il quale l’esperienza dell’utente sembra non essere mai interrotta da veri e propri messaggi pubblicitari. Ma attenzione… gli ads devono rispettare i requisiti di trasparenza ed è indispensabile che siano presenti dei segni grafici e delle etichette che facciano riconoscere la reale natura del contenuto!
Il Native advertising è particolarmente apprezzato per la sua mancata intrusività, l’utente, infatti, può continuare la sua experience senza ostacoli e interruzioni. È presente un grande obiettivo nascosto dietro a questa innovativa forma di adv: combattere la banner blindness. Quest’ultima è la cosiddetta “cecità da banner” ovvero un processo cognitivo per cui gli utenti ignorano tutto ciò che percepiscono come messaggio pubblicitario. Quante volte vi è capitato di essere interrotti da un banner e di skipparlo dopo pochi secondi senza nemmeno capire di cosa si tratta? I contenuti nativi sono pensati proprio per evitare che questo accada!
Qualche esempio concreto per comprendere il mondo del native Adv
Per farvi comprendere meglio il significato di questa efficace forma di pubblicità, vi parliamo di due delle principali piattaforme che mettono a disposizione il native adv:
- Meta Ads: permette di creare delle inserzioni pubblicitarie su Facebook e Instagram. Si tratta di contenuti sponsorizzati che hanno lo stesso identico aspetto dei post organici e che promuovono un prodotto o un servizio senza interrompere la navigazione dell’utente. Vi sarà capitato di confonderli con dei semplici post, ma basta osservare la loro dicitura per comprendere che si tratta di contenuti sponsorizzati! Meta ads è riconosciuta per sapere come raggiungere un pubblico specifico in modo non intrusivo.
- Google Ads: uno strumento utile per pubblicare degli annunci pubblicitari all’interno del motore di ricerca numero uno al mondo! Avete mai sentito parlare delle campagne “Google Search”? Si tratta di una delle principali campagne di Google Ads nonché una delle più diffuse tipologie di native advertising: permettono di realizzare degli annunci pubblicitari identici ai risultati di ricerca non sponsorizzati che compaiono su Google. L’unica differenza è, ancora una volta, la dicitura che sottolinea che si tratta di un annuncio sponsorizzato!
Ma non solo, anche le altre piattaforme si stanno specializzando nel raggiungere il target in modo sempre più efficace. Tik tok Ads, Pinterest Ads, LinkedIn Ads e Microsoft Ads: è una corsa verso l’innovazione e verso l’aggiunta di nuove funzionalità che miglioreranno e renderanno sempre più naturale il collegamento tra l’utente e la pubblicità.