Le aziende che operano nel mondo digital si trovano di fronte a un’elevata quantità di dati sugli utenti: preferenze, interessi, desideri e tante altre informazioni utili per realizzare delle strategie di marketing ad hoc. Ma in che modo procedere e come sfruttare questi dati? La risposta è: attraverso la profilazione!
Che cos’è la profilazione degli utenti?
La profilazione degli utenti è il processo di raccolta, elaborazione e analisi dei dati di coloro che visitano un determinato sito web. Tutto questo è subordinato alla cosiddetta “segmentazione” ovvero la fase in cui gli utenti vengono divisi in gruppi accumunati da caratteristiche di tipo demografico, psicografico o comportamentale. In questo modo l’azienda potrà proporre ai potenziali clienti proprio quello di cui loro hanno bisogno!
Infatti, i brand dopo aver tracciato il profilo degli utenti intervengono con una comunicazione personalizzata e soprattutto con l’offerta di prodotti o servizi mirati. Questo processo è estremamente vantaggioso per le aziende e in parte per gli stessi consumatori. Questi ultimi, infatti, possono evitare di rimanere intrappolati nell’overload informativo e accelerare le proprie ricerche online ricevendo dei suggerimenti e degli annunci personalizzati.
Di contro non mancano le critiche e le accuse per questo tipo di attività, le persone profilate possono sentirsi sorvegliate o meglio private della loro privacy. Proprio per questo sono presenti delle specifiche norme che regolano la profilazione degli individui, non dimenticate che per raccogliere e analizzare i dati personali è indispensabile ricevere il consenso dai diretti interessati!
I dati personali: il cuore della profilazione
I dati personali sono la colonna portante della profilazione degli utenti ed è importante conoscere le differenti tipologie e le loro caratteristiche. In particolare, i dati possono essere classificati in:
- Dati di prima parte (First Party Data): quelli forniti e raccolti dall’azienda con i propri canali. In particolare, l’azienda si avvale di sistemi di tracciamento, form, landing page, interazioni sui social, customer service o survey per raccogliere le informazioni e profilare i potenziali consumatori.
- Dati di seconda parte (Second Party Data): questi dati si differenziano dai precedenti perché non derivano dai canali proprietari ma l’azienda li riceve da un suo partner di fiducia. Un esempio concreto? I dati degli utenti che un inserzionista riceve da un publisher.
- Dati di terza parte (Third Party Data): set di dati gestiti da organizzazioni che non hanno alcun rapporto diretto con i clienti. Queste informazioni, infatti, provengono da terze parti che aggregano più dati e li rendono disponibili all’acquisto.